Nonostante le numerose difficoltà dovute principalmente all'invidia di persone che hanno il brutto vizio di parlare, anziché lavorare, di criticare, anziché agire, la mostra si è fatta. Ed è pure piaciuta. Ma facciamo ordine. Com'era strutturata, la mostra?
Sette pannelli hanno guidato i visitatori lungo un immaginario viaggio partito da Camere Nuove e proseguito ad Avi, Rivarossa e Chiapparo. Un video che ho montato in settimana, contenente molte (di più) immagini delle mie escursioni ai paesi fantasma passava su di un portatile appoggiato su un tavolino, idealmente a metà del percorso. Oltre il portatile, gli ultimi tre pannelli, volutamente più vicini, tutti relativi ai Villaggi di Pietra della Valle dei Campassi: Casoni, Ferrazza e Reneuzzi.
In totale circa 75 immagini, le più significative. Ho faticato molto a sceglierle: si sa, le scelte sono dolorose e ogni rinuncia non è stata semplice, detto francamente. Credo però di aver scelto le migliori, come testimoniato dai numerosi complimenti che ho ricevuto. Molti di voi mi hanno detto che ho saputo riassumere alla perfezione le sensazioni che si potevano incontrare visitando quei luoghi. Altri mi hanno detto che guardando le foto hanno potuto immaginare il paese esattamente come era molti anni prima, quando ancora era abitato. In ogni pannello, oltre alle immagini, anche un breve cenno relativo alla storia del paese, una cartina della zona e una frase - la più significativa, relativa a quel paese - estratta dal mio libro "L'appennino abbandonato".
Ho visto persone prendere appunti con la penna e un foglio di carta, segnandosi le indicazioni per raggiungere i paesi abbandonati. Altri fotografavano col telefonino le cartine.
Reneuzzi è sicuramente stato quello che ha riscosso il maggior successo, ma d'altronde c'era da aspettarselo: quella portina del cimitero sinistramente aperta a metà, quel campanile dell'Oratorio, l'altare tutto storto della Chiesa, uniti all'articolo sulla leggenda di Davide Bellomo, hanno catalizzato l'attenzione di quasi tutti i visitatori. Molti mi hanno chiesto di Chiapparo. E' stata una sorpresa per me e vedo che lo è stata anche per voi. Quei dipinti di Santi sui muri delle case, uniti agli archetti in pietra, hanno fatto venire voglia di farci due passi. E io ho cercato di spiegare a tutti la strada migliore per arrivarci.
Durante la serata ho incontrato parecchi volti noti. Mi ha fatto infinitamente piacere la presenza di Francesca, la mia compagna di camminate, e della gemella Valentina con il fidanzato Dario. Per l'occasione, Francesca sfoderava lo stesso sorriso contagioso delle prime ciaspolate che abbiamo fatto insieme e, oltre ad essermi state - entrambe - molto d'aiuto per l'organizzazione dell'evento (per chi non lo sapesse: i pannelli e le lampade sono stati forniti da loro), mi hanno tenuto compagnia per buona parte della serata. A me e ai visitatori della mostra, che hanno potuto apprezzare la loro simpatia. Grazie ancora.
Ho incontrato Giuseppe, del portale Terre di Marca Obertenga, con cui collaboro. Abbiamo fatto solo due chiacchiere, ma il fatto che sia venuto a Caldirola per incontrarmi mi ha fatto estremamente piacere.
Ho incontrato molti amici che sono venuti a farmi un saluto come ai vecchi tempi, ma anche tante persone che non conoscevo con cui mi sono intrattenuto a scambiare quattro chiacchiere.
Ho ricevuto i complimenti di molti caldirolesi, che mi hanno ringraziato per l'impegno nell'organizzazione della mostra, ed è la cosa che mi ha fatto forse più piacere e che ha fatto da contraltare alla freddezza di molte persone che forse non apprezzano che i complimenti non siano indirizzati a loro.
Addirittura al pomeriggio, mentre ancora stavo preparando i pannelli, un ragazzo e una ragazza - che avevo visto poco prima, in piazza, leggere il manifesto - sono venuti in fondo al paese a chiedere se potevano visitare la mostra, visto che non potevano fermarsi per la sera e avevano visto la locandina. Così sono entrati a vedere "in anteprima" la mostra e ho potuto scoprire che avevano visitato molti di quegli stessi paesi che io avevo descritto. Insomma, qualcuno di voi che era venuto a Caldirola per fare un giro in moto, alla fine ha avuto l'opportunità di trovare un qualcosa che gli interessava e che, forse, non pensava di trovare in quel momento.
Ho venduto tutte le copie del libro che avevo con me sabato sera e oggi, quando ho visto qualcuno seduto sul balcone di casa leggere il mio libro, credetemi che sono stato attraversato da un grande senso di soddisfazione.
Bene così, quindi, la strada è quella giusta.
Prima di inserire qualche foto della mostra: sabato sera, prima dell'apertura dei locali, sono stato raggiunto da una giornalista de "La Provincia Pavese" che mi ha realizzato una breve intervista. Presto la troverete qui assieme al resto della rassegna stampa della mostra e del libro.
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