venerdì 17 maggio 2013

Anche se tutti, io no


Dopo l'ennesima notte sul divano, al suono della sveglia mi tiro su tutto cigolante e sbatto subito una ginocchiata contro lo spigolo del tavolino. Camminavo già tutto ingobbito per via del mal di schiena, ora sono ancora più curvo, quasi piegato a metà per il dolore al ginocchio. Sul tavolino, ancora i piatti della sera prima e il portatile in stand-by. Insomma, non il risveglio della famiglia del Mulino Bianco, ma vuoi mettere non dover rendere conto a nessuno? Mi sembra di sentire in lontananza, come un eco, la voce della mia ex che mi sgrida perché la sera prima ho bevuto il vino a cena quando non potrei perché "Hai già la pancia e il vino fa ingrassare". Mi scappa un mezzo sorriso e mi passo una mano sulla fronte, in segno di pericolo scampato.
Mi preparo per andare a lavoro, ma non sollevo neanche le tapparelle perché fuori, di sole, non ce ne deve essere molto. E poi sono come sempre in ritardo, quindi sarà meglio darsi una mossa. Mentre guido, in autostrada, guardo il cielo grigio e penso che nonostante sia venerdì non c'è da essere molto felici, perché con questo tempo sarà difficile riuscire a fare due passi in montagna. Peccato perché ci sarebbero proprio voluti.
Metto il cd dei The Strokes e parte Call me back. Da qualche giorno mi pervade una fastidiosa sensazione di ansia, tipo quella che ti prende quando senti che sei in ritardo e non ce la farai mai ad arrivare in tempo all'appuntamento più importante della tua vita.
Parlando con un amico, ho fatto l'errore di chiedere un consiglio personale. Il consiglio che mi ha dato non solo non lo seguirò (chiedo consigli, ma non amo seguirli) ma proprio non mi è piaciuto perché tende a standardizzare tutti i comportamenti della vita, tutti i momenti, le emozioni. Come se ci fosse un solo modo per arrivare al risultato (o all'obiettivo), come se fosse tutto così semplice e intuitivo, come se si potesse vivere solo nel modo in cui vivono tutti. "Devi fare così". E se non fai così continuerai a perdere del tempo.
Sbaglierò ancora, ma non riesco a giocare a fare quello che non sono. Secondo me non c'è solo una strada per arrivare al traguardo, quella pianeggiante, corta e veloce. Ce ne sono altre, più strette, tortuose e piene di buche. Forse più lunghe, che però ti portano ugualmente all'arrivo. Sono spesso le strade che imbocco io.
Un po' come in montagna: si può scegliere lil sentiero più bello, più battuto, oppure si può camminare in mezzo ai rovi su sentierini che a malapena si intravedono. In entrambi i casi, sulla cima del monte ci si arriva. Magari con le gambe graffiate dalle spine e con un po' più di fatica, ma ci si arriva.
"Anche se tutti, io no".
E' una frase che ho letto nella firma di un utente del forum di "Quotazero", dove ho trovato tante persone come me appassionate di montagna e camminate, e che mi è subito piaciuta perché mi descrive alla perfezione. Non un bastian contrario, qualcosa di diverso. Il mio non è un "no" a prescindere, ma piuttosto un invito a decidere sempre con la propria testa, a fare quello che ci rende felici, non quello che rende felice la maggior parte delle persone. E a comportarsi in maniera coerente: credo che le persone coerenti al giorno d'oggi siano quelle più preziose, perché in giro se ne trovano pochissime.
Scuoto la testa, mentre ormai sono arrivato in città e sono in coda ad un semaforo. Gli Strokes stanno suonando Life is simple in the moonlight e mi viene quasi da mettermi a cantare, tanto è bella la melodia di questo pezzo.
I consigli del mio amico proprio non mi hanno soddisfatto, anzi mi hanno lasciato con l'amaro in bocca. Mi rendo conto che sempre più persone, come lui, ragionano in questo modo e forse è questo uno dei motivi per cui sono pochi quelli con cui vado d'accordo e ancora di meno le persone con cui trascorro volentieri il mio tempo. Piuttosto che stare con persone che non mi trasmettono niente, preferisco stare da solo, senza dubbio. Non potrei mai passare del tempo con persone che non mi interessano.
La domanda che mi faccio sempre alla fine è: "Cosa mi rimarrebbe?"
Gli amanti della montagna sono gente strana, con la loro testa. Gente rispettosa, con spirito di sacrificio e una visione un po' romantica della vita. Forse sbagliata, chi lo sa, ma ci piace credere che sia ancora un po' come una volta.
Lo stesso utente, aveva in firma un'altra bella frase.
"La solitudine è indispensabile per l'uomo, perché acutizza la sensibilità ed amplifica le emozioni".
Ecco forse al mio amico e a tante altre persone che conosco, un po' di solitudine in più non farebbe male.

"Anche se tutti, io no".


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