mercoledì 17 ottobre 2012

Valico di San Fermo - Monte Buio - Monte Antola



Partenza: Valico di San Fermo (Al)

Arrivo: M.te Antola (mt. 1597)

Lunghezza del percorso (a/r): 15 km circa Clicca qui per il percorso Valico di San Fermo - M.te Buio - M.te Antola

Tempo di percorrenza (a/r): 4 h. 30 min. circa

Segnavia: bianco-rosso n. 200

Scheda: il Monte Antola, assieme all'Alfeo, è sicuramente una delle vette più rappresentative dell'appennino delle quattro province, meta di numerosi escursionisti in qualsiasi momento dell'anno. E' raggiungibile da diversi sentieri e, tra questi, uno vede la partenza dal valico di San Fermo, posto esattamente di fronte alla cima del Monte Antola.
San Fermo, che segna il confine tra la provincia di Alessandria (comune di Carrega Ligure) e la provincia di Genova (comune di Vobbia) è un valico situato a circa 1177 mt. di altitudine che funge da spartiacque tra Val Borbera e Val Vobbia, o meglio, tra Piemonte e Liguria, in cima al quale si trova una Cappella - la cappella di San Fermo - dalla quale si gode di una vista meravigliosa a 360 gradi che spazia dalle Alpi, all'Appennino e fino al Mar Ligure.
Per chi fosse interessato a indicazioni sulla storia della cappella di San Fermo, rimando alla lettura del seguente testo, tratto dal sito www.altavallescrivia.it:


La cappella, architettonicamente piuttosto scarna ci tramanda una storia millenaria. Il 25 Maggio dell'869 d.C. l'Imperatore Ludovico II (pronipote di Carlo Magno) donava alla consorte Angelberga la Corte di Dova: cioé il territorio in cui sorse in seguito l'Abbazia benedettina di San Clemente, filiazione del cenobio di San Fruttuoso di Capodimonte. Il paese di Dova Superiore sorge, oggi come allora, sul versante borberino del monte di San Fermo. In realtà non esistono documenti che indichino la presenza certa di un'insediamento monastico già in quest'epoca, ma diverse tracce storiche ne rendono verosimile l'esistenza giá ben prima dell'anno 1000. L'abbazia, che fu certamente un insediamento di piccole proporzioni, ospitava monaci dediti all'agricoltura e all'assistenza dei pellegrini e dei viandanti, che percorrevano la "Strada di Lombardia" verso la Pianura Padana o verso Genova.Probabilmente il sito religioso fu distrutto alla fine del X secolo, come altri nella zona, dai pirati Saraceni (o forse da una frana) e al suo posto rimase l'attuale cappella, costruita sulla sommitá del monte, mentre il convento si trovava dove ora sorge il villaggio chiamato San Clemente, in Comune di Carrega Ligure (Al). A confermare l'esistenza di tale insediamento diverse leggende e toponimi, come "la fontana dei frati" situata appunto presso il piccolo villaggio in direzione di Agneto. Lo storico prof. Tacchella afferma anche che dopo la distruzione di San Clemente, l'abbazia madre di San Fruttuoso rifondò una chiesa monastica sulla vetta del monte, la quale ereditò i beni feudali, le rendite dell'abbazia e che esistette forse per due secoli. Ma anche per questa teoria non vi sono testimonianze certe. Assodato invece é il fatto che il titolo di Abate di San Clemente ed il possesso della chiesetta fu sempre molto ambito dai prelati dell'epoca, anche per i sostanziosi redditi che esso fruttava. Dopo il 1100 infatti il governo della cappella passò al clero secolare: nel 1206 prete Fulco dichiarava di reggere la chiesa di San Clemente sia per l'Arcivescovo di Genova, che per il Vescovo di Tortona, mentre nel 1311 al sinodo genovese era presente il ministro di San Clemente ("Sancti Clementis"). Nel 1385 la chiesa é tassata di lire 2,6 da versare alla Santa Sede, importo notevole, secondo solo alla Pieve di Mongiardino che denota, ancora una volta, l'importanza del sito. Tuttavia nel 1582 mons. Bossio ordina la demolizione della chiesetta poiché vi potevano dormire 'persone erranti capaci di commettere qualsiasi atto nefando ", ma ciò evidentemente non avviene poiché ancora nel 1596 viene ordinato di distruggerla o provvedere a ripararla. Nello stesso anno gli arcipreti di Mongiardino avevano ancora diritto di riscuotere i fitti sugli antichi beni feudali dell'abbazia.  Nel 1652, la chiesa aveva il proprio rettore e ne era patrono il nobile Gerolamo Spinola mentre nel XVIII sec. Giacomo Filippo Fieschi si diceva abate di San Clemente, citando in un atto il "dominio diretto dell'abazia di San Clemente"; "data nella nostra Abazia [..] 1768". Probabilmente in seguito la chiesa passó sotto la giurisdizione vallenzonese, dopo l'altalenante soggezione alle Pievi di Mongiardino ed Albera.Nel 1891 i Remondini scrivevano: "Dell'antico monastero scorgonsi ancora parecchi ruderi e due statue", infatti l'edificio sacro fu forse riedificato nelle forme attuali di chiesa campestre attorno alla metá del '600. Piú recentemente San Fermo subì due volte il bombardamento dei cannoni tedeschi posti a Crocefieschi nel 1944-45 e fu adibita a rifugio sia dai partigiani, sia dai soldati tedeschi, ma fu prontamente restaurata dalla popolazione che, devota, sale ancor oggi dalle valli limitrofe al monte ogni 9 Agosto per la festa del titolare.Nell'Anno Santo del 2000 é stata onorata del titolo di "Chiesa Giubilare" per un giorno, in occasione della celebrazione officiata tra gran folla dal Cardinale di Genova. L'interno dell'edificio si presenta ad una sola navata, con abside finale che accoglie l'altare. Sopra allo stesso é posta una moderna statua di San Fermo in legno policromo, mentre ai lati sono collocati due bassorilievi di Santi, recanti lo stemma Spinola, che la tradizione indica come provenienti dalla remota Abbazia di San Clemente.



San Fermo, nei pressi della frazione di San Clemente, è raggiungibile percorrendo la SP140 della Val Borbera e, una volta superata la frazione di Cabella Ligure, svoltando a destra in discesa e seguendo le indicazioni per Dova. Superate alcune piccole frazioni - Rosano, Dovanelli, Dova Inferiore e Dova Superiore - la strada arriva fino al valico, nei pressi della cappella, oltre la quale prosegue verso la Val Vobbia.
Prima della partenza, consiglio di salire alla cappella, per ammirare un panorama che nelle giornate di cielo terso lascia letteralmente senza fiato. Nei pressi della cappella, si trova una tavola che ci aiuta a riconoscere i monti che vediamo intorno a noi, indicandoci il loro nome e la direzione in cui si trovano.
Ci incamminiamo così per il sentiero, che prima scende lentamente fiancheggiando un monumento al partigiano Ezio Lucarno, caduto in Val Vobbia il 28 novembre 1944, per poi riportarci sull'asfalto, che seguiamo brevemente, per poi prendere il sentiero che sale sulla destra e che reca le indicazioni per il Monte Buio ed il Monte Antola, con i relativi tempi di percorrenza.
Il sentiero, in leggera salita e rimanendo poco al di sotto della linea di crinale, transita nei pressi della cima del Monte Sopra Costa (mt. 1278) offrendoci ampi scorci sul m.te Tre Croci, sulla cima dell'Antola e sul paese di Berga (Al) - l'ultimo paese piemontese prima del confine con la Liguria - per poi condurci a Passo Sesenelle (mt. 1256), dove incontriamo la mulattiera che proviene dai Piani di Vallenzona.
Proseguiamo sul nostro sentiero, contrassegnato dal segnavia bianco-rosso n. 200, che attraverso numerosi tornanti sale ripidamente verso la vetta del Monte Buio (mt. 1402). Poco prima di raggiungere la cima del Buio, usciamo dal bosco e si apre di fronte a noi una bella vista sull'Alta Val Vobbia.
Continuando in salita sullo spartiacque tra Piemonte e Liguria, raggiungiamo in breve la vetta del M.te Buio, sulla cima del quale è posta una grande croce metallica, oltre ad alcune panche posizionate presumibilmente dal personale dell'ente Parco Antola. Da qui il panorama è ancora migliore, perché oltre alla Val Vobbia, spazia fino all'Antola e alle Valli Borbera e Curone. Il paese di Berga, che abbiamo ormai quasi del tutto aggirato, e alle spalle del quale si estende in tutta la sua maestosità la Valle dei Campassi, scompare lentamente lasciando spazio invece ad un bel panorama di Agneto (Al), sempre in Alta Val Borbera.
Dopo una breve sosta sulle panchine del Monte Buio, riprendiamo il nostro cammino verso l'Antola.
Ora il sentiero scende ripidamente, fino ad una piccola croce che rappresenta la antica vetta del Monte Buio e che permette di allargare ancora di più la nostra visuale: ora distinguiamo chiaramente, alla nostra sinistra, le poche case che compongono San Clemente e il valico di San Fermo, da cui siamo partiti, mentre alla nostra destra il panorama si apre sulla Val Brevenna, con il paese di Tonno (Ge) proprio sotto di noi.
Anche per Tonno vale lo stesso discorso fatto in precedenza per Berga, ovviamente in senso opposto: rappresenta l'ultimo paese della Liguria prima dell'ingresso in Piemonte.
Nei pressi della croce, è facile perdere il sentiero a causa della scarsità di segnalazioni. Tuttavia, è sufficiente guardare poco sotto di noi, dove possiamo vedere il sentiero che arriva da Crocefieschi (e sul quale si innesta anche quello proveniente da Tonno) e che dobbiamo raggiungere.
Scendiamo quindi ancora brevemente fino a raggiungere questo sentiero, sul quale procediamo verso sinistra poco sotto la linea di crinale, sul versante ligure, alternando tratti boscosi a tratti a cielo aperto, discese a leggere salite, fino ad arrivare alla Capanna di Tonno (mt. 1302). La capanna, che può offrire unicamente un piccolo riparo in caso di pioggia (ma se dovesse capitare vi auguro di non essere lì...) è posizionata in un punto panoramico e offre un'ampia vista sulla Val Brevenna, con viste su Tonno, Casareggio e Carsi.
Superata la capanna ed evitato il bivio segnalato con il numero 251 - che conduce alla Sella Banchiera -, il sentiero prosegue ancora per un breve tratto in piano all'interno del bosco, per poi iniziare a salire, dapprima con numerosi tornanti, poi in maniera più lineare, verso il Monte Antola, mantenendosi sempre sulla linea di confine tra il Piemonte e la Liguria.
L'ultimo tratto di faggeta ci conduce a due passi dal Rifugio Musante, il vecchio Rifugio del Monte Antola, ora in stato di abbandono. Il nuovo Rifugio Parco Antola si trova alcune centinaia di metri più in basso.
Da qui, saliamo fino ad arrivare alla Cappella di San Pietro, oltre la quale, dopo un'ulteriore tratto di salita piuttosto ripida, raggiungiamo la vetta del Monte Antola, con la croce che lo sovrasta, a 1597 metri di altitudine. Sulla vetta dell'Antola, oltre alla croce bianca, è presente una piramide in pietra posizionata in onore delle battaglie partigiane che hanno avuto come sfondo questi luoghi appenninici.
Il panorama, dall'Antola, è semplicemente fantastico. Guardando in direzione della chiesetta di San Pietro, abbiamo una bella vista sul Lago del Brugneto, mentre proseguendo con lo sguardo verso ovest incontriamo il Golfo di Genova, la Val Brevenna e la Val Vobbia.
In direzione opposta al lago del Brugneto, la cappella di San Fermo ci ricorda da dove siamo partiti.
Spingendoci con lo sguardo a destra rispetto a San Fermo, poco sotto di noi, la Valle dei Campassi con i paesi abbandonati di Ferrazza e Reneuzzi ( vedi qui per la scheda e le foto e  qui per i video).
Oltre la Valle dei Campassi, le Valli Curone e Borbera e, ancora più verso est, i Monti Lesima, Carmo e Alfeo. La sosta sulla cima dell'Antola non sarà di certo breve, viste le tante cose da ammirare.
Al ritorno, si segue lo stesso itinerario dell'andata, che in meno di due ore e mezza, ci conduce al valico di San Fermo da cui siamo partiti per la nostra escursione.

Giudizio: questa escursione è l'ultima, in ordine di tempo, che ho affrontato verso l'Antola e si sviluppa in tutta la sua lunghezza sulla linea geografica di confine tra il Piemonte e la Liguria. Mi ha stupito positivamente perché offre scorci imperdibili su valli aspre e difficili come la Val Vobbia e la Valle dei Campassi, ma anche su borghi nascosti e quasi invisibili da qualsiasi luogo, come Berga e Tonno.
L'Antola, "il monte dei genovesi", non ha bisogno di presentazioni per chi come me, e come chi mi legge, ha la passione del trekking. La vista di cui si gode una volta raggiunta la vetta è impagabile. Ma il Monte Buio, forse meno conosciuto, offre ugualmente panorami di rara bellezza sull'appennino delle quattro province. Per non parlare della bellezza di un punto panoramico come il valico di San Fermo.
L'itinerario, eccezion fatta per la salita da Passo Sesenelle al Monte Buio, non è particolarmente impegnativo e alterna tratti boscosi a tratti scoperti. Consiglio vivamente questa escursione all'Antola, validissima alternativa rispetto a quella - più tradizionale - che parte da Casa del Romano.


Il Santuario di N.S. di Dovanelli

Cappelletta nei pressi di Dova Superiore

La chiesa di Dova Superiore

Panorama dellAlta Val Borbera da San Clemente

Di fronte a noi il paese di Berga e il Monte Antola

Veduta di Berga

Dova Superiore

La Valle dei Campassi vista da San Clemente

Piani di Vallenzona, in val Vobbia

Panorama verso Vobbia

Crocefieschi

Valico di San Fermo

La tavola recante i nomi dei monti per una loro corretta osservazione

Panorama della Val Vobbia da San Fermo 

Particolare della cappella di San Fermo

La cappella di San Fermo

Ricordo del partigiano Ezio Lucarno

L'imbocco del nostro sentiero

Tra le foglie, si intravede la cappella di San Fermo

Scorcio di Berga

Agneto (in basso) e Daglio

L'Alta Val Borbera dal Monte Sopra Costa

L'Antola svetta di fronte a noi

Particolare del sentiero nei pressi di Passo Sesenelle

Passo Sesenelle

Uno scorcio della Val Vobbia

Ancora la Val Vobbia

Salendo al Buio, alla nostra destra l'appennino ligure

L'ultimo tratto di salita al Monte Buio

Agneto e Daglio dal Monte Buio

Vista dell'Alta Val Borbera dal Buio: sullo sfondo, il Monte Carmo

Monte Buio

La croce posizionata sulla cima del Buio

San Fermo, nostro punto di partenza

Piuzzo, Pobbio e il Monte Giarolo visti dal Buio

Panorama della Val Brevenna dal Buio

La Val Vobbia dal Monte Buio

Foto ricordo alla croce del Buio

Il nostro sentiero ora scende ripidamente

Sulla nostra destra, la Val Brevenna

Tonno e Casareggio

Abbiamo ormai aggirato del tutto il paese di Berga

La croce posta all'antica vetta del Monte Buio. Sullo sfondo, l'Antola

Le due croci del Buio

Il sentiero proveniente da Crocefieschi che taglia poco sotto la linea di crinale

Vista della Val Brevenna: Tonno, Casareggio e Carsi

Ancora Tonno e Casareggio, proprio sotto di noi

Alle nostre spalle, il Monte Buio

La Val Brevenna dalla Capanna di Tonno

La Capanna di Tonno

Il sentiero rientra nel bosco e si sposta sul lato della Val Borbera

Si ritorna nuovamente sul lato della Val Brevenna

Il nostro sentiero

Ancora uno scorcio della Val Brevenna

Tonno

Le indicazioni della Via del Mare e dell'Alta Via dei Monti Liguri, all'arrivo sull'Antola

Il Rifugio Musante. Alle spalle, la croce dell'Antola

La chiesetta di San Pietro

Lapide sull'Antola

Alle spalle della chiesetta di San Pietro, il Lago del Brugneto

Verso la cima dell'Antola

Il panorama dall'Antola verso il Brugneto

Alle spalle, possiamo vedere San Fermo, partenza della nostra escursione

La Valle dei Campassi vista dall'Antola

La cima dell'Antola

Sullo sfondo, il Chiappo, il Lesima e il Carmo

Il Lago del Brugneto

Il paese fantasma di Reneuzzi visto dall'Antola

Ferrazza, nella Valle dei Campassi

Sulla vetta dell'Antola

Scendendo verso la Val Brevenna

Il sentiero del ritorno

Verso la Capanna di Tonno

Ammirando il panorama dalla Capanna

Verso il Monte Buio

L'Antola è ormai alle nostre spalle

L'appennino ligure

Sosta sul Monte Buio. Dietro a me, il Monte Giarolo

Questa volta il panorama alle mie spalle è quello ligure

Si avvicina la Val Vobbia

Agneto

Daglio

Berga

L'Antola

Panorama della Val Vobbia verso il Castello della Pietra

Scorcio di Vegni

Al ritorno a San Fermo, il sole illumina Berga. L'Antola è sullo sfondo

L'arrivo alla cappella di San Fermo

Un po' di riposo a San Fermo

Escursione terminata. C'è tempo per un'ultima foto con l'Antola alle spalle




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