sabato 8 giugno 2013

Nonsolotrekking/BERLINO


Quando abbiamo deciso, io e la mia combriccola di amici, di visitare Berlino, non ero molto entusiasta, se devo dire la verità. E' una città che non mi ha mai particolarmente attirato, ma forse non mi sono mai abbastanza informato su cosa avesse da offrire, sulla sua storia, a parte le più note vicende che l'hanno coinvolta. Questo viaggio mi ha fatto imparare tante cose nuove e mi ha portato alla conclusione che Berlino è una città strana, piena di contraddizioni, ma ricca di fascino.

LA PARTENZA
Anzi, prima della partenza. Il giorno precedente entriamo in clima-vacanza con una notizia che ci manda su tutte le furie: il volo di ritorno, prenotato per domenica sera alle 20.40, è stato cancellato e siamo stati dirottati sull'unico altro volo per Milano, quello delle 12.55: ben 7 ore in meno a disposizione per visitare la città, se consideriamo che questa volta la partenza è di venerdì pomeriggio. In pratica, dovremo visitare Berlino in poco più di un giorno, una beffa.
Reduci da un giorno di nervoso, partiamo da Alessandria verso mezzogiorno di venerdì e all'una e poco più abbiamo già parcheggiato le nostre macchine nel P2 Executive di Milano Linate, che consiglio se viaggiate nel weekend: 38 € a macchina da venerdì a domenica, comodissimo perché permette di raggiungere a piedi l'aeroporto in 2 minuti.
Sbrighiamo in fretta la sicurezza, poi ci sediamo nel nostro solito tavolo al solito bar di Linate, dove ci fermiamo ogni volta che partiamo di qui. Un panino "Gran Praga" e una Heineken al volo, mentre qualche tavolo più in là i Club Dogo stanno scattando foto con qualche fan che li ha riconosciuti. Noi ce ne guardiamo bene.
Arriviamo al nostro gate d'imbarco ed ecco subito un'altra notizia di quelle che ti fanno pensare che in realtà, questa vacanza sia stregata: l'imbarco, originariamente previsto alle 14,35, è slittato di venti minuti. Attendiamo stravaccati sulle seggiole della sala d'attesa, poi dopo venti minuti ci mettiamo in coda, ma una voce dagli altoparlanti ci chiarisce subito che "l'aereo non è pronto" e ci sarà ancora da aspettare.
Ci imbarchiamo e prendiamo posto, tutti in fila 14 con le gambe belle lunghe. Il volo Lufthansa, originariamente previsto per le 15, alla fine partirà solo alle 15,45. Dormicchio un po', poi dopo mezz'oretta dal decollo, le assistenti di volo ci servono un sacchetto contenente un panino al formaggio, un cioccolatino e una caramella balsamica, oltre a una mela che nessuno mangia perché a bordo non ci sono coltelli (!). Tiro fuori dalla tracolla il libro "Passo a quattro mori", di Valentina Usala e leggo un po', mentre vedo che più ci avviciniamo a Berlino, più il cielo diventa nero e minaccioso. L'aereo scende sotto alle nuvole ed ecco comparire la città, con la torre della televisione che svetta al centro. L'atterraggio, all'aeroporto di Tegel, avviene con circa un'ora di ritardo (alle 17.30) e con non molta delicatezza da parte del pilota, che a detta di tutti i passeggeri "è atterrato a una velocità esagerata". In effetti...

PRIMO GIORNO
Avremmo voluto visitare qualcosa già appena atterrati, ma con l'ora di ritardo che abbiamo accumulato capiamo subito che è del tutto impossibile. All'aeroporto di Tegel, ci dirigiamo subito al più vicino ufficio informazioni e acquistiamo cinque (una ciascuno) Berlin Welcome Card, al prezzo di 18,50 €: ci permetterà di spostarci gratis con tutti i mezzi per 48 ore e darà diritto anche a sconti per l'ingresso in alcuni musei (anche se non ci servirà, in questo senso).
Fuori diluvia, noi chiediamo informazioni al signore delle card e usciamo, sotto l'acqua, per metterci in coda in attesa dell'autobus TXL. Ne arrivano addirittura 2 e meno male, perché vista la quantità di gente in coda credevamo di dover aspettare almeno un'altra buona mezz'ora. Timbriamo sull'autobus la Berlin Welcome Card e scendiamo dopo circa 10 minuti, a Beusselstrasse. Da qui, scendiamo alla volta della S-Bahn e prendiamo quella che procede in senso orario, scendendo alla stazione di Gesundbrunnen. Qui prendiamo la linea U8 fino a Bernauerstrasse, la stazione della U-Bahn più vicina al nostro hotel.
Usciti in strada, percorriamo Bernauerstrasse per circa 800 metri ed ariviamo al nostro hotel, il 4Youth am Mauerpark. Da fuori ha un aspetto abbastanza anonimo, non si direbbe essere un hotel. Entriamo e facciamo il check-in, qui si paga subito. Saldiamo le due camere, una doppia e una tripla e approfittiamo del wi-fi gratuito nella hall, prima di salire in ascensore al sesto piano, ad occupare le nostre camere. L'hotel è nuovo, nei corridoi c'è lo stesso odore di quando si sale per la prima volta su di un'auto appena comprata. Fantastico. Le camere sono belle, nuove anche queste e pulite, con innumerevoli armadietti. Il bagno ha un lavandino minuscolo, ma una bella vasca con doccia. Dalla camera, una bella vetrata ci offre una vista dall'alto sul quartiere di Prenzlauer Berg. L'hotel costa poco (57€ a testa per due notti), ma sono escluse la colazione (7 € a persona a giorno) e gli asciugamani e le lenzuola vengono cambiati solo ogni 4 giorni (per averli puliti tutti i giorni occorre pagare un supplemento). Anche la connessione wi-fi in camera è a pagamento. Diciamo che se non chiedete la luna, questo hotel è fantastico, anche perché oltre a costare poco, è a sole due fermate di metro da Alexanderplatz.
Ci prepariamo per la serata e torniamo alla fermata U-Bahn di Bernauerstrasse, dove riprendiamo la U8 per Alexanderplatz, il vero e proprio "centro" di Berlino Est, nel quartiere Mitte. Sarà il cielo grigio, sarà che nella piazza c'è proprio di tutto (stand, tendoni, casette di legno..) fatto sta che mi colpisce proprio poco. Tra i molti edifici che contornano la piazza (Alexanderhaus, Berolinahaus, Haus des Lehrers, Kongresshalle, Haus der statistik, Haus des reisens, Alex 6, Pressehaus Gruner & Jahr) si scorge la Torre della televisione (Fernsehturm), alta 368 metri e costruita intorno alla fine degli anni '60, che domina nel cielo grigio. Sulla torre si può salire ad ammirare il panorama di Berlino dall'alto e, perché no, a fare colazione. Noi visti i tempi ridotti, decidiamo di puntare su altro.
Al centro della piazza si trova la "Fontana dell'amicizia tra i popoli", mentre poco più in là, vicino alla strada e alle linee dei tram, ecco l'Orologio del Tempo del Mondo-Urania (Urania-Weltzeithur), installato nel 1969.
Percorriamo Karl-Liebknecht Strasse in direzione del fiume Sprea, passando di fianco alla Chiesa di Santa Maria (St. Marienkirchen), che visiteremo domani. Il viale è ampio e costellato di negozi ed offre begli scorci, oltre che sulla Torre della televisione, anche sul Municipio Rosso di Berlino.
Nei pressi del ponte sulla Sprea, il fiume che attraversa la città di Berlino, in corrispondenza della Schossplatz, si incontra l'imponente Berliner Dom, o Duomo di Berlino, la cattedrale protestante della città, costruita a partire dal 1717, poi demolita e ricostruita in stile neobarocco e terminata nel 1905.
L'ingresso principale del Duomo si trova sul lato del Lustgarten (letteralmente "giardino dei piaceri"), un grande giardino nei pressi della Museumsinsle (Isola dei musei) a nord del quale si trova l'Altes Museum. Gli altri musei facenti parte dell'isola sono il Neues Museum, il Bode Museum, l'Alte Nationalgalerie e il Pergamon Museum.
Proseguiamo la nostra passeggiata su Unter den Linden (letteralmente "Sotto i tigli"), uno dei principali viali di Berlino e passiamo davanti alla Humboldt Universitat, fondata nel 1810. Di fronte all'università si trova Bebelplatz, la piazza di Berlino famosa per aver ospitato, nel 1933, il rogo di 25.000 libri che il regime nazista riteneva pericolosi. La piazza ospita importanti edifici tra cui la Staatsoper Unter den Linden, l'Althe Bibliotek e la Cattedrale di Sant'Edvige, ma non la visitiamo perché in realtà è un cantiere all'aperto: gru e ponteggi un po' ovunque non ci permettono di scorgere molto di questa bellissima piazza. E' un peccato, ma Berlino è veramente un sussegguirsi di cantieri e gru. Impressionante.
Per la prima nostra cena berlinese abbiamo scelto una birreria consigliatissima su TripAdvisor: è la Treffpunkt Berlin - Alt Berliner Kneipe, in Mittelstrasse. Attendiamo pochi minuti in piedi, poi si libera un tavolo e prendiamo posto. Il locale è minuscolo e piuttosto caotico, con al centro un bancone rotondo pieno di boccali e un vecchio juke-box all'ingresso. Appena ci sediamo, notiamo che gli ospiti del locale, sono tutti italiani, come in italiano è il menù che ci viene appoggiato sul tavolo. Cominciamo con le birre (purtroppo le pilsner sono tutte piccole e dobbiamo ordinarne una quantità spropositata, vista la nostra proverbiale sete) e continuiamo con le zuppe: per qualcuno Soljanka (ricetta russa), per altri Tomatensuppe e per altri ancora Linseneintopf. Il ragazzo che ci serve, vero e proprio tuttofare, conosce qualche parola di italiano e comunque si sforza di aiutarci con la lingua. La cena prosegue con uno Stinco di maiale (Schmorhaxe) e per qualcun altro con una Deutsches Beefsteak. I contorni sono per tutti patate, crauti, spinaci e cavolo rosso. Chiudiamo con un meraviglioso strudel per tutti e spendiamo sui 30 euro a testa. Onesto, per quello che abbiamo mangiato (e bevuto).
Prima di tornare in hotel, prendiamo la metro per Brandeburger Tor e andiamo a goderci la Porta di Brandeburgo illuminata. Simbolo di Berlino, è una porta neoclassica che divide i quartieri Mitte e Tiergarten, costruita dal 1788 e che ospita, sulla sommità, una quadriga. La zona dove è situata - Pariser Platz - è tranquilla e a parte qualche gruppetto di turisti che si scatta foto davanti al monumento non c'è molta confusione. Restiamo un po' qui ad ammirarla, scattiamo qualche foto e torniamo alla volta dell'hotel: domani ci aspetta una giornata a dir poco durissima!


SECONDO GIORNO
Dopo una notte d'inferno, la sveglia suona alle 8. Doccia, preparativi e alle 9 siamo già nella hall dell'hotel collegati con il mondo esterno grazie al Wi-fi. Il cielo è grigissimo, ma per ora non piove. Usciamo e ci dirigiamo verso la stazione U-Bahn di Bernauer Strasse, da dove prendiamo la metro per Alexanderplatz. Qui scendiamo e ci dirigiamo nella galleria di negozi della Bahnhof per fare colazione al Coffee shop Segafredo: così, giusto per bere un cappuccino decente. Il locale è minuscolo e si muore di caldo: oltre al cappuccio, ci mangiamo una brioche che la ragazza del bar ci presenta come "con la marmellata" ma che in realtà è vuota (ndr: dalle mie esperienze in giro per il mondo sto notando che la brioche "farcita" c'è solo in Italia. Dovunque, all'estero, la marmellata è a parte e la si deve "farcire" di persona, se lo si vuole). Ora siamo pronti per una giornata intensa: come visitare Berlino in un giorno!
Raggiungiamo in metro la Museumsinsle e dopo quattro passi nei mercatini che costeggiano il Bode Museum (in esposizione, oltre a spille, targhe, immagini d'epoca, anche giacche dell'esercito nazista, dell'esercito sovietico, maschere antigas e chi più ne ha più ne metta...), ci mettiamo in coda per prendere il biglietto d'ingresso al Pergamon Museum. Sarà l'unico che visiteremo, visti i tempi ridotti e abbiamo sentito che tra tutti è forse il più famoso, quello che - si dice - vale la pena visitare almeno una volta.
Il Museo prende il nome dalla città di Pergamo, in Anatolia, da cui proviene la maggior parte delle opere che vi sono esposte. Appena entrati, si viene subito impressionati dalla maestosità dell'Altare di Pergamo e proseguendo, dalla Porta del Mercato di Mileto, città greca sulle coste dell'Asia Minore. Proseguendo nell'itinerario interno, verso il Museo del Vicino Oriente, si possono ammirare, tra le opere esposte, la porta di Ishtar (l'ottava porta dell'antica città interna di Babilonia)e resti provenienti dalla città babilonese di Uruk. In totale la visita al Pergamon Museum, portata a termine veramente di corsa, ci occupa circa un'ora e mezza.
Usciti da Museo, ci dirigiamo verso il vicino Lustgarten, dove scattiamo ancora qualche foto davanti alla fontana situata nel giardino di fronte all'Altes Museum, poi ci spostiamo verso il Berliner Dom. Entriamo per una visita, ma poi desistiamo perché ci rendiamo conto che il tempo a disposizione sarebbe davvero troppo poco per vedere bene anche l'interno del Duomo. Proseguiamo così su Karl-Liebknecht Strasse e dopo avere rincorso l'orso Berni per una foto (è la mascotte della squadra di calcio del Bayern Monaco: questa sera all'Olympiastadion di Berlino si gioca la finale di Coppa di Germania tra Bayern e Stoccarda) ci fermiamo per un veloce panino da Baecker Wiedemann, una specie di panetteria dove si trovano panini già pronti e soprattutto molti brezel. Niente birre, purtroppo, dobbiamo accontentarci di una coca cola. Il pranzo è veloce e soddisfacente e ci rimettiamo subito in marcia verso la U-Bahn di Alexanderplatz, non prima di essere entrati per una veloce visita gratuita nella chiesa romanica di St. Marienkirchen. Ripartiamo con la metro in direzione Potsdamer Platz, un insieme di contraddizioni mica da ridere. L'arrivo nella piazza ci è preannunciato dai grattacieli che si vedono sullo sfondo e dal palazzo Sony Center, alle loro spalle. Basta spostare un po' lo sguardo per trovarsi di fronte un antichissimo esemplare di semaforo (alcuni dicono sia il primo della Germania) e dietro degli avveniristici tubi per il trasporto della luce nei locali della U-Bahn di Potsdamer Platz. Tutto questo senza dimenticare cosa c'è ai nostri piedi: sulla pavimentazione della piazza, una linea piuttosto spessa che la percorre per intero dividendola a metà, con una targa vicino, ci ricorda che qui passava il Muro di Berlino, che tagliava in due Potsdamer Platz.
Lasciamo la piazza dirigendoci a piedi verso Niederkirchnerstrasse dove troviamo due importanti edifici: il Martin Gropius-Bau, originariamente costruito nel 1881 per ospitare il Museo delle arti e dei mestieri dall'architetto Maritn Gropius in stile neorinascinamentale italiano ed ora ospitante, invece, mostre ed eventi itineranti, ed il Parlamento del Land di Berlino (Abgeordnetenhaus von Berlin), ex Parlamento Prussiano: qui nel 1933 si riunì per l'ultima volta il parlamento del Land eletto secondo la costituzione di Weimar. Dopo questi edifici incontriamo la Topografia del terrore, una mostra all'aperto nel luogo in cui sorgeva il quartier generale della polizia segreta tedesca, la Gestapo che testimonia, attraverso immagini e documenti, il regime del terrore instaurato dai nazionalsocialisti in Germania e nei paesi limitrofi dal 1933 al 1945. Alcune immagini fanno letteralmente rabbrividire. Sempre qui si trova il Monumento al Muro di Berlino.
Proseguiamo a piedi oltre il museo all'aperto e dopo poche centinaia di metri, all'incrocio tra Zimmerstrasse e Friedrichstrasse si trova Checkpoint Charlie, il posto di blocco divenuto celebre durante la Guerra Fredda per essere il punto obbligato di passaggio per stranieri, giornalisti e diplomatici diretti da Berlino Ovest a Berlino Est, in un passaggio dal capitalismo al comunismo. Vi si trova una ricostruzione fedele (ma più piccola) della baracca che fungeva da posto di blocco, con dei figuranti nelle vesti di soldati americani che - a pagamento, of course - accettano di mettersi in posa per una foto ricordo. Il cartello ancora presente recita "You are leaving the american sector", poco distante dalla foto di un soldato russo. Sul lato della strada si trova il Museo del Muro - Museo Casa al Checkpoint Charlie, che non visitiamo per ragioni di tempo. Ci infiliamo velocemente in un bar su Friedrichstrasse per bere qualcosa e scopriamo che l'acqua (€ 2,24) costa quasi quanto la Berliner Pilsner (€ 2,27). Io nel dubbio mi faccio una birra, mentre qualcuno mangia qualche biscotto. Facciamo quattro passi su Friedrichstrasse e alla stazione di Kochstrasse riprendiamo la metro e scendiamo nuovamente dopo due fermate, per andare a visitare la splendida piazza di Gendarmenmarkt. E' forse la più imponente piazza di Berlino, sicuramente una delle più belle. Ospita al centro la Konzerthaus, una sala di concerti costruita intorno al 1820 da Schinkel e davanti ad essa una statua del filosofo, poeta e drammaturgo tedesco Johann Cristoph Friedrich von Schiller. Sui lati della piazza, si affacciano le chiese gemelle del Franzosischer Dom e del Deutscher Dom: la prima fu costruita tra il 1701 e il 1705 per la comunità degli ugonotti che si rifugiarono in città dopo l'editto di Nantes, mentre la seconda solo qualche anno più tardi, nel 1708 e andò distrutta durante i bombardamenti della guerra, nel 1933. Questa piazza è piacevolissima da ammirare, tanto che ci soffermiamo un po' più del previsto.
Riprendiamo la metro per l'ennesima volta e scendiamo a Brandeburger Tor. Percorriamo alcuni metri su Unter den Linden (il viale "Sotto i tigli") e ci dirigiamo su Behrenstrasse dove compare di fronte a noi il Memoriale dell'Olocausto (o memoriale della Shoah, o memoriale degli ebrei assassinati d'europa), progettato dall'architetto Peter Eisenman, un monumento sicuramente molto rappresentativo di quello che fu, in questi luoghi, come testimonia la sua cupezza. E' composto da 2.711 stele in calcestruzzo colorate di grigio scuro, di altezza variabile e poggiate su di un fondo non del tutto in piano. Camminare in mezzo a queste stele regala un senso di solitudine e smarrimento, e come se non bastasse si mette anche a piovere.
Lasciato il memoriale, ci apprestiamo alla nostra ultima tappa del pomeriggio: East Side Gallery, una sezione di Muro di Berlino lunga oltre un chilometro sita in Muhlenstrasse, sul lato del fiume Sprea, completamente ridipinta da artisti con dipinti in tema di pace e inerenti la caduta del muro. Passeggiamo per circa metà del tratto, poi ritorniamo verso la stazione della metro di Ostbanhof, per tornare alla volta del nostro Hotel. Il pomeriggio è giunto al termine, e siamo tutto sommato riusciti a vedere molto di Berlino.
Una doccia veloce in hotel e poi fuori per la nostra ultima serata berlinese, nonostante il mal di gambe.
Torniamo in metro ad Alexanderplatz e ci dirigiamo verso il Rothen Rathaus (il "Municipio Rosso"), municipio della città di Berlino per poi deviare verso Nikolaiviertel, quartiere tra i più antichi della città.
Poco più avanti della caratteristica chiesa di San Nicola (Nikolaikirche), risalente al 1230, si trova il ristorante prescelto per la nostra cena. E' Zur Gerichtslaube, il ristorante più antico di Berlino (qui si può leggere la sua particolarissima storia), risalente al 1270, che avevamo addocchiato su internet prima della partenza e dove avevamo - senza successo - provato a riservare un tavolo dall'Italia. In realtà, quando arriviamo, nonostante sia piuttosto tardi per gli orari dei tedeschi (le 21 circa, se non più tardi), al piano terreno, molto caratteristico, non c'è più spazio per noi, ma al piano superiore ci sono molti tavoli liberi. Anche qui il locale è molto caratteristico, con il soffitto a volte e un po' più luminoso e il menù (rifatevi gli occhi e..la bocca) è anche in italiano. Il servizio è piuttosto veloce. Iniziamo con una bottiglia di vino rosso: lo Shiraz non può mancare nei nostri viaggi.
Un bel brindisi, qualche foto e si parte con la cena. Iniziamo con una meravigliosa zuppa cremosa di patate con dadini di prosciutto di cinghiale, funghi e porro: una delle cose più buone che io abbia mai mangiato. Dopo la zuppa, ci servono un grande piatto serale su di un tagliere di legno, con prosciutto di cervo, salame di capriolo, polpetta casalinga, galantina magra di zampone, formaggio stagionato, cetriolo sottaceto, burro, pane e una bevanda della casa. Il secondo è meraviglioso: stinco di agnello con fagiolini al lardo, pomodori grigliati e Rostitaler (rondelle di patate grattuggiate): spettacolare.
Il vino nel frattempo è finito e assaggio una Schoffenbier, una birra ambrata che viene prodotta esclusivamente per il ristorante, veramente fantastica. Per finire, come dolce, frittelle di mele su salsa di vaniglia con cannella e panna. Ci siamo dilungati a tavola un po' troppo, tanto che sono le 23.30 circa e i camerieri, comunque gentilmente, ci dicono che stanno per chiudere. Chiediamo il conto e paghiamo: 40 euro a testa, meritatissimi dal primo all'ultimo. Non credo di aver mai mangiato così bene.
Usciamo in strada e attraversiamo la Berlino illuminata di notte, fino a dirigerci di nuovo nei pressi di Alexanderplatz. Scatto alcune belle foto dei monumenti illuminati, poi ci spostiamo a Monbijou Park, un'area verde che costeggia la Sprea sul lato opposto della Museuminsle. Durante la nostra passeggiata scatto alcune belle immagini del Bode Museum, del Pergamon Museum e del Berliner Dom illuminati.
Ritorniamo verso Alexanderplatz e ci fermiamo in Neue Promenade per berci una birra all'aperto nei tavolini esterni di Weihenstephaner Berlin. Restiamo qui tranquilli a parlare per un po', guardando la gente che passa. Alcune ragazze che festeggiano un addio al nubilato ci coinvolgono in una simpatica scenetta, poi ci rendiamo conto di essere davvero stanchi. Ci alziamo a fatica e torniamo, in metro, in Hotel. Questa notte dormiremo di sicuro!




TERZO GIORNO
La notte è passata in fretta. Si, ok, siamo andati a letto un po' tardi e la giornata è stata devastante. Tanto che ho dormito così bene da non accorgermene neanche. Sveglia ancora alle 8 e preparativi per la partenza: rimettiamo tutto nei trolley e alle 9 siamo pronti giù di sotto nella hall per uscire velocemente.
Oggi visto il poco tempo a disposizione, vorremmo visitare l'Hard Rock Cafè di Berlino, giusto per comprare una maglietta prima di andare in aeroporto. Ce la faremo?
Andiamo con ordine, prima dobbiamo fare colazione. Lasciamo l'hotel, nel quale devo dire ci siamo proprio trovati bene e andiamo in metro verso la stazione di Kurfustenstrasse, convinti di trovare l'Hard Rock. Appena scesi, dopo pochi metri di cammino troviamo un buon posto per fare colazione: minuscolo, ma ci attira. Si chiama Queen of Muffins, nel quartiere di Tiergarten, le brioches e il cappuccio sono buoni e ci facciamo una tranquilla colazione, spendendo poco e guardando la vita su Potsdamerstrasse attraverso una vetrina. Prima di pagare e uscire, chiediamo al signore indicazioni per l'Hard Rock e ci dice che abbiamo sbagliato fermata della metro: dobbiamo andare a Kurfurstendamm, non a Kurfurstenstrasse! Torniamo veloci alla metro per rimediare all'errore, ma qui iniziano i problemi: i problemi sulla linea della metro, che non arriva mai. Attendiamo 20 minuti per tre volte e ogni volta l'attesa ricomincia da capo e la metro non arriva.
Ci rendiamo conto che è tardi, sono le 10.15 e nel giro di un'oretta al massimo dobbiamo essere in aeroporto, così prendiamo la prima metro nella direzione opposta (verso Alexanderplatz, per intenderci) e nel giro di 45 minuti arriviamo prima a Gesundbrunnen e poi a Beusselstrasse, dove nel frattempo ha iniziato a diluviare. Usciti dalla Bahnhof attraversiamo la strada di corsa e dopo pochi minuti, per fortuna (!), arriva l'autobus per l'aeroporto di Tegel, che raggiungiamo in 10 minuti.

IL RITORNO
Sbrighiamo molto velocemente la sicurezza e attendiamo per qualche decina di minuti nella sala d'aspetto, mentre riguardo le foto che ho scattato nella nostra vacanza-lampo. Ci imbarchiamo puntualissimi e il volo Lufthansa della 12.55, quasi pieno di passeggeri, parte con una puntualità mai vista. Durante il volo di ritorno, dopo una veloce dormita, una hostess di una bellezza sconvolgente ci serve un sacchetto contenente un panino con il prosciutto, un cioccolatino a forma di orso, un muffin - buonissimo - al cioccolato e una caramella balsamica. Mi bevo un succo d'arancia per smaltire i postumi di tutte le birre berlinesi e puntuali, alle 14.35, atterriamo a Milano Linate. Pochi minuti e abbiamo già recuperato le auto al P2 Executive, veramente comodissimo.

UN CONSIGLIO
Non sottovalutate il fascino di Berlino come ho fatto io. Sarà che siamo stati così poco, ma mi è spiaciuto dovermene andare proprio quando stavo iniziando ad abituarmi ai ritmi di questa città. Le stazioni della metro e le strade di Berlino sono permeate dall'odore forte del currywurst, il wurstel al curry che è un po' la specialità culinaria della città. All'inizio è fastidioso, poi però quando manca te ne accorgi, è un marchio di fabbrica. La città è collegata alla perfezione con il trasporto pubblico (nonostante l'inconveniente dell'ultimo giorno) ed è la normalità vedere le ragazze sui vagoni della metro, alle 9 del mattino, con la bottiglia di birra in mano. Qui la bottiglietta di birra è un must, se la portano dietro tutti, dal mattino alla sera.
E' una città ricca di opere d'arte ed edifici di pregio, e poi c'è il muro che merita comunque di essere visto: noi abbiamo fatto il possibile per visitare più cose in un giorno, ottenendo discreti risultati. Alla fine sono rimasti fuori il Reichstag, la chiesa di Santa Edvige con Bebelplatz, il Judische Museum, il parco di Tiergarten e gli altri musei della Museumsinsle. Ovviamente, avessimo avuto più tempo a disposizione, ci saremmo potuti organizzare meglio. Credo però che quattro giorni intensi, per visitare discretamente la città possano essere sufficienti. Nota di merito per la cucina: ho mangiato veramente divinamente. Insomma, da tornarci sicuramente!

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